Anima Conflittuale

Autore: Leandro Caroli
Tecnica: Olio su tela

“Anima conflittuale” – olio su tela, dim. 40×50 cm.l. – A.D. 2016. Autore: Leandro Caroli.

Ricorre spesso in letteratura un concetto che vede l’Artista nutrirsi di dolore e infelicità. Se così è, vuol dire che la felicità non ha il potere di trasformare le cose, perciò saremmo creativi nel momento in cui siamo tristi e depressi.

La felicità è uno stato così buono che nessuno vorrebbe mai smarrire, ma, piuttosto, conservare per sempre. Cosa si potrebbe fare della felicità, dunque, dal punto di vista creativo? Date le premesse considerazioni, credo proprio che non se ne potrebbe fare nulla.

A quanto pare i sentimenti di disperazione e infelicità, ad un Artista, sono più utili della sensazione di appagamento, perchè la disperazione e l’infelicità distendono e smuovono tutta la tua sensibilità.

Ma, a mio avviso, è quantomeno paradossale scoprire quanto la tristezza dell’Artista si nasconda proprio nella sua natura di soggetto appartenente al mondo dell’Arte, verso cui egli, a malincuore, sente di nutrire un costante sentimento di repulsa che lo spinge sempre più a voler terminare, una volta per tutte, di ritenersene membro, perchè costretto, il più delle volte, di sacrificare il suo vero estro per compiacere il pubblico, cioè il mercato.

Lungi dal voler condizionare qualsiasi libera, personale interpretazione dell’opera, porterei, per un istante, l’attenzione sulla ballerina, simbolo assoluto di bellezza. Essa, al centro di una boccascena teatrale, termina di vestire i panni da teatro per tornare donna o, meglio dire, se stessa. Allora via i lustrini e la finzione dello spettacolo che, secondo le regole del mercato e i gusti del pubblico, la illuminerebbero di una poesia divina.

Perciò Nuda, come lo vuol essere interiormente, senza artifizi in un atteggiamento di rimostranza attraverso il quale sancisce, nella maniera più evidente, la sua riluttanza a piegarsi alle regole della piazza. E lo fa, questa volta, attraverso le più astruse movenze, sicuramente capaci di far brillare la sua Anima conflittuale, tesa, senza dubbio, alla ricerca parossistica della massima libertà espressiva.

Possiamo concludere, perciò, asserendo che quella dell’Artista risulterebbe essere una vita all’insegna di una specie di schizofrenia esistenziale che sta tra il prodotto confezionato e l’opera creativa pura; in buona sostanza, tra quello che vogliono gli altri da noi e quello che noi vorremmo sinceramente offrire loro.

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