La zuffa dei diavoli

Autore: Leandro Caroli
Tecnica: Olio su tela

Trasposizione pittorica da un incisione di Gustave Doré – dim. 50×70 cm.l., A.D.2016

L’episodio, al quanto bizzarro, rappresenta la così detta “zuffa dei diavoli” che è la parte finale del XXII canto della Divina Commedia di Dante Alighieri. La scena si svolge nella quinta bolgia dell’ottavo cerchio, ove sono puniti i malversatori. Nel caso in questione, i barattieri.

E’ una situazione in cui un dannato, Ciampolo, scappa dai suoi guardiani diavoli che intendevano castigarlo per una delle sue mancanze. Ma l’unico posto dove poter scappare per lui era la pece ardente nella quale era di già immerso per sua naturale condanna.

È una gara di astuzia fra diavoli e barattiere, entrambi fraudolenti per definizione, ma che entrambi finiscono sconfitti.
I diavoli perdono perché si sono lasciati sfuggire la preda; il barattiere perde perché non guadagna altro che la sua stessa pena. Così come in vita i barattieri si invischiarono in affari oscuri e truffaldini, così ora sono tuffati nella pece, e tormentati da diavoli falsi ed impostori come loro.

C’è da attribuire a questo canto l’Archetipo del ‘Folle’, del Matto, perché in esso, per la prima volta, un peccatore sfida i suoi aguzzini e li vince, sovvertendo l’infernale ordine consueto, dove anche i morti hanno la possibilità di dissentire e, all’occasione, ribellarsi.

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